La La solarizzazione, più propriamente, la pseudosolarizzazione o effetto Sabattier, così chiamato perché fu Armand Sabattier a descriverlo nel 1862 e a chiamarlo inversione di pseudosolarizzazione. Questo effetto, sfruttato come tecnica fotografica per la prima volta in modo sistematico da Man Ray, si ottiene in camera oscura con il seguente procedimento:
- esposizione della carta fotografica o della pellicola negativa
- sviluppo parziale fino alla comparsa di una parte dell'immagine
- seconda esposizione, ottenuta illuminando la carta o il negativo durante lo sviluppo
- completamento dello sviluppo, avendo l'accortezza di non muovere la carta nel bagno come si fa normalmente, oppure muovendola lentamente per ottenere particolati effetti di scia. In questa fase appare la (pseudo)solarizzazione: le parti già sviluppate (le più scure) infatti agiscono come un filtro protettivo, mentre le altre, colpite dalla luce, subiscono un processo di inversione tonale (e sul negativo appariranno positive). Inoltre, fra le zone di diversa densità compare una sottile linea grigia, detta linea di Mackie, dovuta all'esaurimento locale dello sviluppo
- completamento del processo con fissaggio, lavaggio ed asciugatura.
PROVA DI SOLARIZZAZIONE
minolta MD ROKKOR 45mm
anno 2010

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